Nella mia famiglia non si assomiglia nessuno, anche se due volte all’anno le nostre carnagioni si avvicinano, si sfiorano! La somiglianza in famiglia si dà quasi sempre per scontata. Ai primi incontri, le prime uscite, non è un discorso che intavolo volentieri, poi nell’incontrare qualcuno che meriti, che sembri giusto, comprensivo, paziente, in grado di vincere le tue ritrosie, di farti ridere e sopportare i tuoi capricci… Un po’ di tempo, ed è fatta, ti innamori in un modo che trovi strano perché non hai più sedici anni, anche se ti ostini a rimanere un po’ bambina. Gli parli di te, ti apri, e speri che non ti ferisca… Lo incalzi, lo testi continuamente, lo inviti ad andarsene e la sua tenacia ti attrae e ti spaventa. È nel suo restare che inizi a vederlo davvero, ti soffermi sui suoi lineamenti, notando le somiglianze, così palesemente visibili, racchiuse nelle foto di famiglia. Tra amici, scuola, e parenti dovresti esserci abituata… Ma con lui è diverso, forse perché lo senti tuo… Lui fa parte te.
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Anche lui da piccolo guardava Il mio amico Arnold, ma tu non lo ricordi bene, perché i tuoi erano più tipi da I Robinson. È difficile spiegargli e spiegarti che a piccoli passi si è preso il tuo cuore. Muori dalla voglia, curiosità mista a eccitazione e imbarazzo, di presentargli tuo padre, e poi tua madre; e ti chiedi, se anche a lui capita di pensarci, se anche lui nota il contrasto, le discrepanze quando gli presenti anche tua sorella, e lui placido ti risponde di no, lui che dell’espressione di tua mamma quando imita le tue smorfie e i tuoi atteggiamenti deduce solo come tu, negli anni, non sia mai cambiata. Ti culla tra le sue braccia, sussurrando “…è solo una tua impressione” e tu percepisci la strana naturalezza della tue fissazioni.
Alessia Petrolito