Mi capita spesso di pensare: se qualcuno mi avesse parlato di lei tempo addietro, mi sarei sentita… meglio, meno sbagliata.
Leggerla è leggersi.
Se qualcuno mi avesse detto ‘leggi queste trentaquattro pagine’ forse avrei versato le mie lacrime tutte in una volta.
Nei passi, le perle scendono a rigarti la faccia.
Perché se dagli anni settanta ad oggi, le sensazioni, le reazioni e le parole sono le stesse è giusto diffonderne l’innata corrispondenza. La parola appartiene a coloro che la comprendono.
Inconsciamente vedi.
Non è di facile lettura. Tutto il senso ti investe leggendo Jackie Kay… Una forza che scoperchia dolori sopiti, che chiarifica. Illumina le ombre, dando la pace che occorre per guardarsi meglio, per ricordare, per capire, per rimediare… Leggere è la chiave.
Jackie Kay – vive a Manchester e insegna scrittura creativa alla Newcastle University. Nata a Edimburgo, Scozia, da madre scozzese e padre nigeriano. Viene adottata da una coppia bianca alla nascita e crescita a Glasgow; frequenta la Royal Scottish Academy of Music and Drama e la Stirling University. L’esperienza di essere stata adottata e cresciuta in una famiglia bianca ha ispirato la sua prima collezione di poesie The Adoption Papers (1991). Le poesie raccontano la ricerca di una figlia adottiva per la sua identità culturale attraverso tre voci differenti: quella di una madre adottiva, di una madre biologica e di una figlia. La collezione ha vinto lo Scottish Arts Council Book Award e il Saltire Society Scottish First Book of the Year Award, e nel 1992 è stato recensita dai giudici del Forward Poetry Prize. […] Ha scritto di spaesamento, identità e sessualità negate, traendo ispirazioni dalla storia culturale scozzese, fatti di cronaca, e della diaspora afro-caraibica. Tra i suoi successi Trumpet, (1998) e Red, Cherry Red (2007); tra i più recenti Red Dust Road (2010), un memoir in cui racconta l’incontro con il padre biologico, Fiere (2011), e Bantam (2017). Dal 2016 e’ stata eletta Scottish Makar (poeta d’eccellenza). – Fonte British Council
La versione italiana di The Adoption Papers è stata tradotta da Isabella Guarnieri nella sua tesi “Jackie Kay’s The Adoption Papers: An Italian translation” 2015 Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari.