
Avevo ventun anni e cercavo la mia strada in Accademia.
Cercavo tono su tono, la stratificazione perfetta, osservavo la mia carnagione e il mio corpo, finché prima ho abbandonato il colore e poi ho smesso di dipingere.
Volevo disperatamente amare ed essere amata. Ascoltavo Amos e in lui cercavo risposte ; lui diceva:
Lascialo andare, tienilo stretto. [1]
Ho provato a farlo, con tutto il cuore, un attimo mi sentivo sciolta quello dopo sciocca, imbrigliata in un eterna ricerca; alla fine nell’indecisione ho abbracciato me stessa e per prima cosa – mi sono persa.
Dopo nove anni, nel riscoprire questo pezzo mi sento letta da occhi che credevo velati e inesperti.
Mi si è risvegliata dentro una consapevolezza sopita.
Una storia è una linea rossa che si stringe e si allenta: un’azione attraverso lo spazio-tempo è una scia di forze che passano dal riposo allo sforzo.
Un filo rosso che trascina e segna.
Alessia Petrolito
[1] Amos Lee, “Keep it Loose, Keep it Tight” 2005