Conoscerla e vederla nera—come me, ha cambiato qualcosa, mi ha fatto sentire leggera.
Il (ri)specchiamento è come il sublime, un immenso desiderio che sfiora a più riprese l’inquietudine.
Una curiosità vorace quasi quanto la fame, guardarsi allo specchio, capire di discendere da qualcuno e riconoscersi figli. E io non sono riuscita mai a lasciar perdere.
Ho ceduto e ti ho risposto, non ti avrei mai scritto; per quasi trent’anni a sostenermi è stata l’ostinazione.
Rabbia e timore si sono sciolti come l’inverno con il sole.
Non volevo succedesse, ma poi – fotografia alla mano – non sono riuscita a trattenermi.
Mi rivedo nel tuo sorriso anche se gli occhi sono di un’altro… Non riesco a farne a meno, mi cerco in te in ogni foto e chiedo conferma altrui perché ancora non mi sembra vero di assomigliare a qualcuno.
All’inizio di ogni telefonata mi manca la voglia, poi la tua voce mi assorbe e ti parlerei per ore…
Pervasa da quel sollievo misto a eccitazione che ti fa dire ridendo – reimpianto riuscito, almeno per il momento!

Arp – Alessia Petrolito