Questo è quello che il mio fidanzato avrebbe voluto gridare a quel gruppo di anziani piemontesi che ha ‘benedetto’ la nostra unione, durante una deliziosa passeggiata in mezzo alle colline di Robella, con il famoso detto Moglie e buoi dei paesi tuoi!
L’episodio per quanto fastidioso mi ha fatto ricordare un articolo inviatomi da un caro amico, “In Italy I Kept Meeting Guys’: The Black Woman Who Travel for Love”di Tariro Mzezewa, travel reporter del New York Times, in cui racconta il nascente business di alcune agenzie di viaggi americane – esperte di swirling [1] – che organizzano viaggi per incentivare le relazioni amorose tra donne nere americane e uomini italiani sullo scenario le più famose città dello stivale.
Nello specifico l’articolo parla anche di Chicago, città sede di una delle agenzie, in cui ho passato quasi tre anni della mia vita. Quello che dicono al riguardo – sul ‘passare inosservate’ – l’ho capisco, pur avendo provato il contrario sulla mia pelle invisibile in Italia ipervisibile negli Stati Uniti. In quanto donna, mi sono sempre sentita vulnerabile 24/7, ma il vero problema era il mio accento, che attraeva un sacco di attenzione per via di quell’aurea romantica che i film americani hanno disegnato sull’Italia e sulla Francia…
Devo però dissentire su una cosa – non credo assolutamente che tutti gli uomini italiani siano in possesso di una particolare attitudine all’ascolto e una vocazione per le dichiarazioni sentimentali (di questo ne sono sicura… Il mio è un tesoro – più unico che raro – ma ogni tanto come tutti va sollecitato… eccetto in particolari occasioni come il mio compleanno); quanto, piuttosto, credo che l’esempio proposto da “In Italy I Kept Meeting Guys’: The Black Woman Who Travel for Love” sia l’incontro di due stereotipizzazioni – pura idealizzazione: quella del maschio ‘latino’ per le americane e quella femmina ‘pantera americana’ per gli italiani.
Il lato capitalista di questi tour è innegabilmente fastidioso: di fatto è un esotismo[2] – declinato al femminile – che crea ‘vittime illuse’ da entrambe le parti – uomini e donne. Mi chiedo da dove nasca questa passione per lo swirling?
Non conosco abbastanza gli uomini per dire da che cosa sia generato il loro interesse, ma scommetto che ha a che vedere con il legame storico tra l’attività commerciale e la narrativa di viaggio: insomma dai greci in poi. Dalla mitologia alla letteratura corrente ogni viaggio è legato a bellezze femminili più o meno esotiche, vi è una palese attrazione per l’estraneità del corpo – femminile o maschile che sia, alcuni più altri meno – che, accostato all’idea di bellezza e al significante terra ignota ( in quanto meta fertile e lontana), rinforza il concetto di possesso.
L’esotismo nasce con gli esploratori.
Da una parte l’uomo si immedesima in Ulisse, Marco Antonio, Marco Polo e Cristoforo Colombo, passando per Gauguin fino a Rocco Siffredi… la sua mente viaggia di fantasia, supportata dalla letteratura classica, e scambia per piena accettazione del corpo femminile ‘esotico’ uno stereotipo – un condizionamento culturale più o meno ben nascosto.
Poi, in un’altra atmosfera, ci sono i rapporti umani che si consolidano con l’esperienza e l’insorgere di quel sentimento chiamato amore.
Ma la mia domanda resta… Che parola è swirling!?? Il dizionario Merriam Webster dice che in inglese vuol dire torcersi – muoversi convulsamente.
Detto questo, io a dimenarmi non son brava, forse quei vecchietti che ci guardavano con disgusto… Il mio fidanzato non lo so, glielo chiedo, però a tagliarmi i ricci è bravissimo – quelli sì che si torcono eccome.
Swirling (moglie e buoi… fatti i cazzi tuoi), 2020
Alessia Petrolito
Note e Riferimenti:
[1] Swirl – modo di dire per indicare relazioni interrazziali tra donne nere e uomini bianchi in “In Italy I Kept Meeting Guys’: The Black Woman Who Travel for Love”di Tariro Mzezewa, New York Times,14 febbraio 2020; le compagnie citate da Mzezewa sono la Black Girl Travel e la Venus Affect.
[2] dal vocabolario Treccani, l’esotismo è un fenomeno artistico letterario tipico del romanticismo che identifica chiaramente un oggetto, o un soggetto, come forestiero e per questo capace di suscitare “sensazioni esotiche”.
Grande Alessia… mi piace molto questo tuo scrivere libera senza peli sulla lingua.
Molto interessante questo tuo articolo.
Un grande abbraccio.