Namora e la pantera nera

Ho aspettato con trepidazione il secondo episodio di Black Panther pur avendo sprezzato il primo, perché il mondo dello spettacolo non può appoggiarsi sempre e del tutto ai supereroi.

L’incontro/scontro tra K’uk’ulkan e Shuri mi ha toccato nel profondo, l’ho sentito bruciare sulla pelle, ed ho rivissuto la mia infanzia.

Ho una sorella, originaria del Guatemala – America Centrale, non ne parlo mai.

Il nostro rapporto è sempre stato travagliato, fin da subito.

Origini diverse, ma stesso destino, un aereo e quattro braccia pronte a stringerci.

Siamo una famiglia, dovete volervi bene, giocate insieme.

Io avevo altri obiettivi, volevo essere figlia unica, le alleanze preferivo scegliermele da sola. Non volevo rispondere ai bisogni di nessuno, avevo già i miei a cui pensare e visto che nessuno vi badava.

Negli anni ho messo appunto varie tecniche per ferirla, tagliarla fuori. Incurante delle sue lacrime e lei a sua volta ha imparato a prendere ossigeno da dove poteva, dall’acqua, dall’aria… e a guadagnarsi qualunque altra cosa con scaltrezza e furbizia.

Invece di starci vicino ci siamo fatte la guerra, per anni.

Ma quando il legame che ci teneva strette, soffocandoci, si è sciolto ci siamo scoperte più unite di quanto lo fossimo mai state prima, coalizzate contro il nemico: i nostri genitori – e in particolare nostro padre.

Pur vedendo l’alleanza crescere, e avendo l’intenzione di farla perdurare, a volte mi chiedo quanto questa pace sia destinata a durare. Spero più di quella tra Namora e la pantera nera.

La guerra non porta a niente se non distruzione. Per questo mi aspettavo così tanto dai Wakandiani; ero così emozionata, pronta a rimpinguare un po’ di orgoglio nero, che ad oggi vedere la lotta tra Wakanda trattare con benevolenza gli ex conquistatori – colonialisti – e rifiutare l’alleanza con Talocan dopo aver visto le bellezze della civiltà sotterranea e solo al raggiungimento di una qualche forma di supremazia mi ha solo rattristato enormemente.

È chiaro fin da subito che la presentazione dei nuovi personaggi Namor e Namora non è che un inizio, l’introduzione a nuove guerre per mantenere la ‘pace’, o meglio dire il controllo di ricchezze e risorse. Perfino M’Baku capo dei Jabari intravede nello scontro tra il dio e la pantera qualcosa di più letale…

Mi sarei aspettata molto di più da Wakanda Forever (dal regista Ryan Coogler e Joe Robert Cole, entrambi neri americani) ad esempio che, in quanto ambientati in 2 regni mitici, potesse non rispondere così tanto a logiche banali e terrene: che invece di fornire ai fan una partnership con Haiti, un nuovo Re ( che poi mi chiedo perché non una nuova regina) e il suo nuovo nemico, l’intera civiltà mesoamericana da temere, o peggio odiare, avesse fornito a spettatori e spettatrici una nuova via, un’utopia, un ribaltamento non poi così irreale, un’unione tra colonizzati in grado di far tremare le fondamenta delle potenze mondiali, almeno al cinema.

Semplicemente, da spettatrice speravo di poter godere e gioire di una conquista senza schiacciare nessun altr3…

Che illusione…

Alessia Petrolito

Agg.17/12/22